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Osteopatia-LE FASCE - PAOLETTI.doc
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  1. Le cartilagini

Il soggetto è in decubito supino, il terapista si pone dietro la testa del paziente, nel nostro esempio a destra. Questa tecnica richiede una certa successione, andando dal generale allo specifico (fig. 142).

Si pone la mano sinistra sulla fronte del paziente; le dita della mano destra sul bordo sinistro del tratto del collo. Si esegue una rotazione sinistra della testa e nello stesso tempo una trazione perpendicolare destra. Si accentua leggermente la trazione con la mano destra, solitamente fino alla tensione massimale. In seguito si esegue una rotazione destra della testa e con il pollice destro si spingono le cartilagini verso la sinistra. In un secondo tempo si tratterà l’osso ioide avendo come principio il fatto di esercitare uno stiramento dolce e progresivo in direzione opposta al punto frenatore (fig. 143). La terza tappa consisterà nel prendere l’ioide tra pollice e indice della mano sinistra e le cartilagini tra pollice e indice della mano destra. Si introduce una traslazione inversa delle due cartilagini; ciò metterà in tensione la restrizione (fig. 144). Si procederà alla quarta tappa allo stesso modo fra tiroide e cricoide. Questa tecnica può diventare velocemnete molto dolorosa e in certe persone angosciante, occorrerà dunque che essa sia molto progressiva. Se ben condotta questa tecnica può rivelarsi molto efficace per le angine, i mal di gola le irritazioni e le modificazioni della voce e la raucedine. Vorremmo dare due esempi per mostrare la sua efficacia. Il primo si riferisce a un paziente che in seguito a un falso movimento si trovava in situazione di cantare stonato. Un trattamento delle cartilagini ha immediatamente restaurato la normalità. Il seondo caso riguarda una cantante lirica che in presenza di tensioni a livello del collo non poteva più cantare. Anche in questo caso un semplice trattamento delle cartilagini ha restituito l ’ordine. Abbiamo incontrato questo caso numerose volte.

  1. I legamenti cervico-pleurali (fig. 145)

Il paziente è in decubito supino e il terapista si pone dietro a lui. Prende l’occipite nella sua mano appoggiando la testa contro il suo addome. Il pollice dell’altra mano prende contatto con il legamento in questione. Si esegue una latero-flessione omolaterale e nello stesso tempo il pollice segue il rilasciamento del legamento ed esercita su di lui una leggerissima pressione. Si riagguìiusta in seguito la posizione in funzione della latero-flessione rotazione flessione estensione, il pollice mantiene la tensione del legamento. Si attende il rilasciamento progressivo riaggiustando sempre la posizione. In un’ultima fase si può mantenere il legamento e portare la colonna cervicale in latero-flessione opposta. Questa tecnica richiede molta più prudenza tenuto conto delle struttura che costeggiano la cupola pleurica. Non è raro constatare in seguito a una cattiva esecuzione, un rossore eccessivo del viso del paziente, sensazione di vertigini e un leggero malessere.

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