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Osteopatia-LE FASCE - PAOLETTI.doc
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  1. Sospensione e protezione

1)Sospensione

Il ruolo di sospensione della fascia acquista significato nelle fasce interne, sia che siano sotto forma di meso dei legamenti sia delle fasce propriamente dette. È la fascia che garantisce la coesione interna perchè mantiene, attraverso le insersioni strutturali, ogni organo al suo posto. Questo sostegno avviene in modo fermo, ma, nella maggior parte dei casi, non fisso. In effetti ogni organo grazie alla elasticità dei suoi punti di aggancio, ha sempre una certa mobilità. Mobilità necessaria per adattarsi alle diverse costrizioni che possono intervenire, ma anche mobilità che rientra nel contesto generale di mobilità del corpo umano, affinchè la funzione e la fisiologia possano esprimersi pienamente.

Il ruolo di sospensione non si esercita unicamente nella parte cavitaria, ma anche alla periferia del corpo umano. Attraverso le aponeurosi dei legamenti è il supporto di ogni muscolo, articolazioni e sistema vascolo-nervoso. Circondando i vasi, i nervi, i muscoli e le articolazioni e formando i loro punti di insersione, questo sistema periferico è esso stesso ancorato a dei punti fissi rappresentati dalla struttura ossea, che gli permettono di mantenere l’integrità anatomica delle strutture che supporta (fig75).

Dall’integrità della struttura ossea dipende il suo stato funzionale e per estensione, la buona fisiologia del corpo. Ma un osso, di per se stesso, non ha alcuna possibilità di azione; la sua funzione, la sua integrità e le relazioni tra osso e osso dipendono unicamente dai punti di aggancio che uniscono un osso alle strutture ossee vicine.

Quindi se la struttura forma l’impalcatura, il punto di ancoraggio, essa dipende intimamente dai tessuti molli per il mantenimento della sua coesione e della sua funzione; si viene così a creare una interrelazione indissociabile fra struttura e tessuti molli , e da ciò dunque fra struttura e funzione e tra funzione e struttura. La funzione di sospensione delle fasce varia a seconda della zona considerata. La fascia possiede una capacità di stiramento diversa a seconda della sua localizzazione. Per esempio la capacità di stiramento di un tendine equivale ad 1/10 rispetto a quella della pelle e ciò è dovuto al fatto che il tendine è costituito da fibre di I tipo disposte parallelamente, mentre nella pelle ci sono tutti i tipi di fibre e queste sono disposte in tutte le direzioni. Lo spessore delle fibre di collagene è specifico dell’organo ed evolve con l’età. L’elasticità della fascia decresce durante la vita. La fascia è sede di ispessimenti, accorciamenti, calcificazioni, in funzione delle costrizioni subite. Tuttavia questa funzione di sospensione ha una adattabilità notevole a seconda delle circostanze. Così, durante la gravidanza , l’utero è la sede di una distesione notevolmente con l’ allungamento dei suoi legamenti, senza peraltro che questo crei alcun tipo di dolore. Non solo l’utero si distende, ma, risalendo nella cavità addominale, genera in secondo luogo una distensione delle fasce della parete addominale senza tuttavia generare neanche qui un disturbo doloroso. In altre circostanze dove è sottomesso a tensioni di stress e di tensione reagisce attraverso un ispessimento o una calcificazione, ma niente di ciò si produce in gravidanza.

Dopo il parto ritorna progressivamente normale, ovvero si ritira per ritrovare la sua tonicità e la sua elasticità. Questo è un fenomeno preprogrammato e si può pensare che la fascia abbia “in memoria” questo meccanismo. Prendiamo il caso dell’obesità: questa situazione può essere considerata come patologica. In alcuni soggetti l’aumento di peso è enorme, l’accumulo di tessuto grasso avviene a tutti i livelli, implicando un aumento di volume che può essere considerevole e quindi automaticamente portare ad una distensione della fascia (per contenere questo sovrappiù). Durante il dimagrimento, soprattutto se è progressivo, nella grande maggior parte dei casi la fascia riprende la sua elasticità e la sua tonicità normali. Abbiamo quindi a che fare con un sistema di adattamento notevole.

Un altro esempio: il rene, contenuto in un sacco aponeurotico sospeso attraverso dei legamenti e dall’arteria renale, è soggetto a ptosi o a divenire fluttuante in seguito ad una lassità del sistema di sospensione, essendo stirata anche l’arteria renale. Se attraverso una manipolazione osteopatica, a condizione che questa non sia troppo tardiva, riusciamo far reintegrare il rene nella sua posizione normale, constatiamo che dopo un certo tempo il rene si è stabilizzato nella sua loggia e che le strutture di sostegno hanno ritrovato la loro tonicità. La fascia possiede una notevole mallebilità che le permette di adattarsi continuamente alle costrizioni che deve subire, ma è anche capace di ritrovare il suo stato precedente perché è “programmata” per facilitare la fisiologia del corpo (a condizione che un aiuto esterno le sia apportato in un tempo ragionevole).

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