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Osteopatia-LE FASCE - PAOLETTI.doc
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29.09.2019
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  1. Test dell’addome

Non è nelle nostre intenzioni descrivere i diversi test viscerali. Vogliamo semplicemente insistere sull’importanza della palpazione e dei test di mobilità a livello viscerale. Se c’è una regione del corpo dove le tecniche osteopatiche sono una pura applicazione dell’anatomia, questa è la regione addominale. Per una diagnosi precisa e un trattamento efficace è necessario conoscere perfettamente l’anatomia topografica e l’anatomia palpatoria.

I test di ascolto sono di grande utilità per l’orientamento diagnostico ma non sono sufficienti; quindi saranno completati dalla palpazione e dai test di mobilità. Ciò metterà in evidenza una zona sensibile o fissata, la palpazione è inoltre un mezzo di conoscenza dello stato della zona che all’ascolto si era rivelata in restrizione.

È evidente che se sentiamo sotto le nostre dita dei piccoli rilievi, un indurimento, una deformazione, ciò deve farci adottare un’attitudine di grande riserva e indirizzare il paziente a uno specialista. Queste modificazioni morfologiche non possono essere messe in evidenza che attraverso una palpazione precisa e allenata.

Il problema che si pone con l’addome è legato alla profondità della palpazione e all’interposizione di diverse strutture, da cui la difficoltà di stabilire una diagnosi differenziale. Tuttavia con la pratica e una perfetta conoscenza dell’anatomia ciò diviene più facile.

La palpazione, abbiamo già detto, deve essere il più precisa possibile, deve seguire la struttura da palpare e talvolta dovrà essere anche profonda, malgrado tutto la difficoltà di interposizione svolgersi direttamente sulla zona considerata e non per semplice proiezione. Se sappiamo essere pazienti e trovare il buon percorso, le fasce ci lasceranno praticamente sempre passare e così potremo palpare senza troppa difficoltà un mesentere, un muscolo di Treitz o un rene per via anteriore.

Questa palpazione sarà direttamente seguita dal test di mobilità di organi mèsi o di legamenti testati. La mobilità viscerale è molto variabile a seconda dei segmenti considerati, ciò va da uno stato molto fluido per gli intestini a una mobilità più ristretta per fegato o legamenti, o una mobilità pressochè nulla per ciò che riguarda un muscolo, una fascia di Treitz o un mesentere. Tuttavia ricordiamoci che qualunque sia il tessuto questo è dotato di una certa elasticità. È dunque quest’ultima che occorrerà mettere in evidenza quando ci si indirizza a una zona con minore mobilità.

La palpazione e il test di mobilità addominale possono essere spiacevoli e dolorose. La comparsa di un dolore itenso deve farci adottare la più grande prudenza. Contrariamente alla fasce periferiche che sono sede di dolori spesso al limite della tollerabilità, senza che questo sia obbligatoriamente segno di un problema grave, lo stesso fenomeno a livello viscerale purtroppo è spesso diagnosi di un problema grave.

  1. Cicatrici ed aderenze

Le cicatrici

Come abbiamo già segnalato alcune cicatrici possono imprigionare nel tessuto cicatriziale differenti corpi estranei che possono rivelarsi elementi di disturbo nei processi fisiologici e biologici. Maggiormente le cicatrici possono essere la sede di fissazioni o aderenze e queste generano obbligatoriamente una modificazione della viscoelasticità dei tessuti e generare così un segmento o un organo in disfunzione. È necessario dunque testare sistematicamente tutte le cicatrici.

Oltre a palpare il tessuto superficiale e i bordi cicatriziali occorrerà mobilizzare il tessuto sottostante. Con l’aiuto dei polpastrelli di uno o due dita mobilizzeremo la zona circoscritta della cicatrice in tutti i piani dello spazio, prendendola anche in profondità secondo la sua localizzazione. In casi di fissazione o di aderenza sentiremo facilmente una corda più o meno resistente che ci impedirà lo spostamento. Spesso la fissazione avviene su un solo asse.

Le aderenze

Conseguenti a cicatrici, infezioni, infiammazioni, sono in questi ultimi due casi meno visibili e potranno essere messe in evidenza solo attraverso la palpazione e la mobilizzazione. In linea generale le aderenze hanno sede a livello viscerale: piccolo bacino ,addome, torace. La dissezione mostra frequentemente che ponti fibrosi si erano stabiliti fra pleura e polmone. La difficoltà in queste regioni è che non vi si può accedere direttamente.

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