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Osteopatia-LE FASCE - PAOLETTI.doc
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  1. L’arto superiore

L ’arto superiore è sempre sollecitato. Lo abbiamo posto come un caso a parte in funzione della sua morfologia, del funzionamento delle sue fasce, ma anche delle sue risposte. Tenuto conto della sua attività permanente l’arto superiore presenta meno problemi delle altre parti del corpo, eccetto che alla sua radice, che al contrario, sembra accumulare problemi. Risponde molto difficilmente alle tecniche di ascolto induzione, ma molto positivamente alle tecniche dirette.

  1. A livello dell’avambraccio (fig. 137)

Il soggetto è in decubito supino, si fa una pressione scivolamento sulla faccia anteriore o posteriore dell’avambraccio, risalendo fino al gomito. In modo generale questo scivolamento ci riporta verso l’epitroclea o l’epicondilo, seguendo dunque due assi preferenziali, il più spesso sede di lesioni soprattutto all’esterno. Per ciò che riguarda la parte mediana la pressione dovrà essere più accentuata. In caso di forte tensione, questa sarà fermata nella parte inferiore dal quadrato dei pronatori e nella parte superiore attraverso i muscoli a direzione obliqua, prendendo l’aspetto talvolta di una pallina ipertrofica e molto dolorosa. Le bande fasciali sono meno frequentemente incontrate a questo livello. Avremo piuttosto a che fare con delle tensioni dei piani di separazione, sotto forma di una corda dritta o attorcigliata. I punti nodulari sono frequenti e scatenano un dolore molto vivo. La regione più sollecitata si situa lungo i bordi del supinatore lungo e particolarmente sul suo bordo antero- interno. Durante la progressione si metteranno in evidenza delle fibre tese nel senso longitudinale e queste dovranno essere stirate in maniera perpendicolare, invece in profondità delle zone arrotondate da trattare attraverso una levigazione rotazione e inibizione. Le tecniche a livello dell’avambraccio sono molto spesso sensibili. In certi casi necessitano anche dell’impiego di una certa forza dolorosa per essere rapidamente efficaci; occorrerà dunque avvertire il paziente e avere il suo consenso, acquisito questo i risultati possono essere più che soddisfacenti. Queste tecniche applicate a livello dell’avambraccio possono rivelarsi perticolarmente efficaci per i problemi dei crampi alle mani, dell’irrigidimento mattutino delle dita, dei dolori alla mobilizzazione, della rizoartrosi, dei problemi del canale carpico e beninteso di tutti i fenomeni di irritazioni e tendiniti a livello dell’avambraccio e soprattutto del gomito; i problemi alla spalla possono, a volte, essere alleviati attraverso un trattamento fasciale dell’avambraccio. È sufficiente seguire la catena fasciale.

  1. A livello del gomito (fig. 138)

Punto di cambio della catena fasciale antero-esterna e postero-esterna dell’avambraccio e la catena esterna del braccio, il gomito è una zona di ipersollecitazione fasciale che si traduce spesso in una tendinite esterna. L’epitrocleite è una eventualità più rara. Siamo spesso di fronte a delle epicondiliti che rispondono positivamente al trattamento fasciale.

Il soggetto è in decubito supino. Occorrerà trattare la catena fasciale dell’avambraccio dall’avanti all’indietro. Nella maggior parte di casi questa catena è in rapporto con il bordo antero-interno del supinatore lungo. Arriveremo in seguito all’epicondilo dove incontreremo delle bande fasciali, delle zone nodulari di inserzione che possono anche calcificare.

O ccorre esercitare una pressione inibizione ferma sul punto trafittivo, accompagnata, se necessario, da uno stiramento delle fibre. Il successo del trattamento sembra proporzionale all’intensità della pressione. Sarà quindi molto doloroso e per questo dovrà essere breve. In generale il miglioramento funzionale è immediato. Come sempre, la difficoltà consisterà nel dosare la soglia di pressione; al di là di una certa soglia questa tecnica è inutile e talvolta può aggravare i sintomi. Infatti ciò dipende enormemente dall’origine della tendinite, alcune delle quali non tollerano una pressione dolorosa. È un interrogatorio minuzioso e l’esperienza che ci indicano con cosa abbiamo a che fare. È necessario prolungare il lavoro sul gomito attraverso un trattamento della catena esterna del braccio.

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