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Francesco Petrarca. Canzoniere (italiano0.doc
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08.02.2016
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Veggio, et odo, et intendo ch'anchor viva

di si lontano a' sospir' miei risponde.

" Deh, perche inanzi 'l tempo ti consume?

" mi dice con pietate " a che pur versi

degli occhi tristi un doloroso fiume?

Di me non pianger tu, che' miei di fersi

morendo eterni, et ne l'interno lume,

quando mostrai de chiuder, gli occhi apersi ".

280

Mai non fui in parte ove si chiar vedessi

quel che veder vorrei poi ch'io nol vidi,

ne dove in tanta liberta mi stessi,

ne 'mpiessi il ciel de si amorosi stridi;

ne gia mai vidi valle aver si spessi

luoghi da sospirar riposti et fidi;

ne credo gia ch'Amor in Cipro avessi,

o in altra riva, si soavi nidi.

L'acque parlan d'amore, et l'ora e i rami

et gli augelletti et i pesci e i fiori et l'erba,

tutti inseme pregando ch'i' sempre ami.

Ma tu, ben nata, che dal ciel mi chiami,

per la memoria di tua morte acerba

preghi ch'i' sprezzi 'l mondo e i suoi dolci hami.

281

Quante fiate, al mio dolce ricetto

fuggendo altrui et, s'esser po, me stesso,

Vo con gli occhi bagnando l'erba e 'l petto,

rompendo co' sospir' l'aere da presso!

Quante fiate sol, pien di sospetto,

per luoghi ombrosi et foschi mi son messo,

cercando col penser l'alto diletto

che Morte a tolto, ond'io la chiamo spesso!

Or in forma di ninpha o d'altra diva

che del piu chiaro fondo di Sorga esca,

et pongasi a sedere in su la riva;

or l'o veduto su per l'erba fresca

calcare i fior' com'una donna viva,

mostrando in vista che di me le 'ncresca.

282

Alma felice che sovente torni

a consolar le mie notti dolenti

con gli occhi tuoi che Morte non a spenti,

ma sovra 'l mortal modo fatti adorni:

quanto gradisco che' miei tristi giorni

a rallegrar de tua vista consenti!

Cosi comincio a ritrovar presenti

le tue bellezze a' suoi usati soggiorni,

la 've cantando andai di te molt'anni,

or, come vedi, vo di te piangendo:

di te piangendo no, ma de' miei danni.

Sol un riposo trovo in molti affanni,

che, quando torni, te conosco e 'ntendo

a l'andar, a la voce, al volto, a' panni.

283

Discolorato ai, Morte, il piu bel volto

che mai si vide, e i piu begli occhi spenti;

spirto piu acceso di vertuti ardenti

del piu leggiadro et piu bel nodo ai sciolto.

In un momento ogni mio ben m'ai tolto,

post'ai silenzio a' piu soavi accenti

che mai s'udiro, et me pien di lamenti:

quant'io veggio m'e noia, et quand'io ascolto.

Ben torna a consolar tanto dolore

madonna, ove Pieta la riconduce:

ne trovo in questa vita altro soccorso.

Et se come ella parla, et come luce,

ridir potessi, accenderei d'amore,

non diro d'uom, un cor di tigre o d'orso.

284

Si breve e 'l tempo e 'l penser si veloce

che mi rendon madonna cosi morta,

ch'al gran dolor la medicina e corta:

pur, mentr'io veggio lei, nulla mi noce.

Amor, che m'a legato et tienmi in croce,

trema quando la vede in su la porta

de l'alma ove m'ancide, anchor si scorta,

si dolce in vista et si soave in voce.

Come donna in suo albergo altera vene,

scacciando de l'oscuro et grave core

co la fronte serena i pensier' tristi.

L'alma, che tanta luce non sostene,

sospira et dice: " O benedette l'ore

del di che questa via con li occhi apristi! "

285

Ne mai pietosa madre al caro figlio

ne donna accesa al suo sposo dilecto

die' con tanti sospir', con tal sospetto

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