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Espresso 3_libro

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(da Il barsotto il mare di Stefano Benni)

La traversata dei vecchietti

Leggi il seguente racconto e ordina i disegni secondo la giusta sequenza.

C'erano due vecchietti che dovevano attraversare la strada. Avevano saputo che dall'altra parte c'era un giardino pubblico con un laghetto. Ai vecchietti, che si chia­ mavano Aldo e Alberto, sarebbe piaciuto molto andarci.

Così cercarono di attraversare la strada, ma era l'ora di punta e c'era un flusso continuo di macchine.

-Cerchiamo un semaforo-disse Aldo. -Buon'idea-disse Alberto.

Camminarono finché ne trovarono uno, ma l'ingorgo era tale che le auto erano ferme anche sulle strisce pedonali.

Aldo cercò di avanzare di qualche metro, ma fu subito respinto indietro a suon di clacson e male parole. Allora disse: proviamo a passare in un momento in cui tutti sono fermi. Ma l'ingorgo era tale che, anche se i vecchietti erano magri come acciu­ ghe, non riuscirono a passare. (...)

Era quasi sera quando a Aldo venne un'altra idea.

-Mi sdraio in mezzo alla strada e faccio finta di essere morto-disse-quando le auto si fermano tu attraversi veloce, poi mi alzo e passo io.

-Non possiamo fallire-disse Alberto.

Allora Aldo si sdraiò in mezzo alla strada, ma arrivò un'auto nera e non frenò, gli diede una gran botta e lo mandò quasi dall'altra parte della strada.

- Forza che ce la fai!-gridò Alberto.

Ma passò una grossa moto e con una gran botta rispedì Aldo dalla parte sbaglia­ ta. Il vecchietto rimbalzò in tal modo tre o quattro volte e alla fine si ritrovò tutto · acciaccato al punto di partenza.

-Che facciamo? chiese. (...)

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23

 

&i?

ES

Città o campagna?

Leggi ilseguente articolo.

«lo, felice solo se posso tornare a vivere a Milano»

1 (...) Sono nata a Milano nel1963 e qui ho vissuto fino a 22 anni, quando ho cono­ sciuto e sposato un uomo di Caselle Landi, un paese di circa 1.700 abitanti del Sud Lodigiano, forse il più <<basso» della Lombardia. Vivo lì dal1985 e, dopo18 anni da residente, ho un solo desiderio: quello di tornare a Milano.Abito in una bella villa

5con1000 metri di giardino, ma non so cosa darei per vivere in un appartamento

a Milano. La vita di campagna è la cosa più noiosa che ti possa capitare. Non c'è niente oltre la natura, che tra l'altro qui non è poi così bella. È tutto piatto e, tanto

per dirne una, a pochi passi da casa mia il Po rischia di esondare un anno sì e tre no,

tanto che Caselle è stato uno di quei comuni che nel novembre dello scorso anno è

10stato evacuato.Non puoi andare al cinema, a teatro, a una mostra, a un concerto o anche solo a comprarti un bell'abito, salvo fare almeno 20 km per raggiungere la

città più vicina: sapete che gioia in inverno quando c'è una nebbia che si taglia col coltello? I milanesi si lamentano del traffico, ma quando io vivevo là, giravo tutta la

città in metrò, mentre da quando sono qui ho in mano la macchina tutto il santo

15giorno, anche solo per andare a fare la spesa o accompagnare i miei figli a praticare uno sport o a suonare la chitarra, visto che non mi sono mai voluta arrendere alla vita di paese. Già, i figli, altra nota dolente!! Finché sono piccoli, va anche bene.

i, almeno, smog non ce n'è.Ma appena oltrepassano la terza media, cominciano le noti dolenti. Scuole? Non c'è scelta. O almeno, c'è quel liceo in quella cittadina e

20quell'altro in quella città vicina, ma se uno volesse qualcosa di diverso o di «meglio»? Bisogna accontentarsi ... Allora mi chiedo, che sia Caselle Landi o qualsiasi altro paese, quali sono questi grandi vantaggi di vivere in campagna?

Rispondi alle seguenti domande.

a.In quale regione vive la signora?

b.Perché si è trasferita in campagna?

c.Perché vorrebbe tornare in città?

«Allora mi chiedo, che sia Caselle Landi o qualsiasi altro paese, quali sono questi grandi vantaggi di vivere in campagna?»

Come risponderesti tu alla domandaposta dalla signora?

Parlane in gruppo.

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L E ZIO N E 2

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27

 

Per comunicare

Scusi, mi darebbe una mano a ...? Certo, non c'è problema, dia a me. Adesso mi tocca andare a piedi.

Anziché costruire una banca, avrebbero potuto costruire una scuola! Sì, sarebbe stato meglio.

Grammatica

Per non parlare delldella ...!

È tuolSuolvostro? Sì, è mio/nostro. Guardi che è vietato!

Senta, non sono in vena di (+ infinito). Senta, non vorrei sembrarLe scortese, ma perché non si fa gli affari Suoi?

Il condizionale passato

Forme: vedi appendice della grammatica a pag. 207.

Sarebbe stato meglio costruire un parco. (ma non l'hanno costruito)

Avrebbero potuto aprire una clinica privata. (ma non l'hanno aperta)

Il condizionale passato siforma con il condizionale presente di essere o avere + il participio passato del verbo principale.

Il condizionale passato esprime un desiderio irrealizzato o irrealizzabile o un'azione che avrebbe dovuto avvenire, ma non è avvenuta.

Il passato remoto

Forme: vedi appendice della grammatica a pag. 202.

Aldo cercò di avanzare di qualche metro, ma fu subito respinto indietro a suon di clacson e male parole. Allora disse: proviamo a passare in un momento in cui tutti sono fermi.

Il passato remoto si usa di solito in testi letterari, quando si parla di unfatto storico e per esprimere un'azione successa in un passato lontano. Nella lingua parlata si usa il passato remoto correntemente solo in alcune regioni dell1talia centro-meridionale. Nelle altre regioni si preferisce usare sempre il passato prossimo.

Dormivo da un paio d'ore, quando squillò (è squillato) il telefono.

L'uso del passato remoto e dell'imperfetto è uguale a quello del passato prossimo e dell'imperfetto.

l pronomi possessivi

ÈSua questaPunto rossa? - Sì, è mia. Di chi è quest'ombrello? - È mio.

Èmio, è nostro, è vostro ecc. esprimono un possesso.

Prestami la tua bicicletta. La mia (bicicletta) si è rotta. Il mio corso è molto interessante. Anche il tuo (corso)? Nella mia classe siamo dieci. E nella vostra (classe)?

Il pronome possessivo sostituisce un sostantivo e a differenza dell'aggettivo è sempre preceduto dall'articolo o dalla preposizione articolata

Ma perché non si fa gli affari Suoi?

Oh, mamma mia!

L'aggettivo possessivo precede di solito il sostantivo a cui si riferisce. In alcuni modi di dire e nelle espressioni esclamative lo segue.

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